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no aumento IMU Cecina

No all’aumento IMU a Cecina

Aumento IMU alle imprese per sanare bilancio Cecina è una scelta sbagliata

Penalizzate fortemente le aziende artigianali incolpevoli dei buchi amministrativi

“CNA esprime forte contrarietà alla decisione assunta dall’amministrazione comunale commissariata di Cecina di aumentare in modo spropositato l’IMU sui fabbricati di tipo D, in sostanza quelli in uso alle imprese artigiane, per tappare i buchi di bilancio”. Lo afferma Paolo Garzelli, coordinatore sindacale della Bassa Val di Cecina in seguito alle delibere assunte in funzione dell’approvazione del bilancio comunale.

“Non sono certo le piccole e medie imprese artigianali – continua Garzelli – ad essere le responsabili dell’andamento del bilancio del comune di Cecina, travolto dalle note vicende che hanno portato al suo commissariamento. Un aumento dell’aliquota di imposizione dell’IMU dallo 0,76% all’1,06% significa una vera e propria stangata sulle imprese artigiane che pagheranno ognuna centinaia di euro in più, che vanno ad aggiungersi alla TARI ed alle addizionali IRPEF. Come se già non bastasse un andamento dell’economia che sta deprimendo i settori produttivi ed artigianali. Per chiarire la dimensione di tale aumento, una tipica azienda artigiana come un carrozziere o un’officina con un capannone come ce ne sono tanti ad esempio a Palazzi avrà un aumento di circa 800 euro annui sull’IMU, una cifra inaudita. Se è vero che è stata applicata la stessa aliquota già in vigore ad esempio a Rosignano, si poteva magari prendere esempio da Piombino, dove l’aliquota ha uno scaglionamento anche in base alla rendita dell’immobile, così da introdurre una differenziazione fra la micro e piccola impresa da quella più strutturata. Avevamo inviato una pec al commissario prefettizio scongiurando questo aumento andando invece ad incidere ad esempio sulla tassa di soggiorno che almeno non pesca direttamente dalle tasche delle imprese locali, ma non siamo stati ascoltati. Auspichiamo – conclude il coordinatore di CNA – che possa esserci maggiore confronto su queste tematiche con le associazioni di categoria affinché nell’amministrazione del comune, benché commissariato, ogni scelta sia accompagnata da una valutazione attenta e concordata delle reali ricadute sull’economia locale”.

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