“L’auspicato passaggio alla zona arancione annunciato dal presidente Giani – afferma il direttore CNA di Livorno Dario Talini – vorrebbe anzitutto dire che la situazione pandemica sta migliorando, e questo è essenziale; ma proprio per questa ragione, per scongiurare una nuova ondata ed un nuovo passaggio alla rossa è indispensabile che, decretata ufficialmente la zona arancione, i sindaci della provincia di Livorno, vietino subito le “giratine”, chiudano tutte le zone di passeggio e, con l’ausilio delle forze dell’ordine, vigilino davvero per evitare gli assembramenti: nella zona arancione, almeno per le festività, devono essere permessi solo gli spostamenti connessi alle necessità di salute, scuola, lavoro ed agli acquisti. Siamo coscienti di chiedere ai sindaci una decisione impopolare, ma riteniamo il “lockdown della socialità” sia l’unico modo per salvare oltre che la salute anche le imprese. Il periodo di zona rossa in cui siamo ancora e dal quale speriamo davvero di poter uscire, ha fortemente segnato l’economia di tantissime imprese della zona, ed i ristori non sono che acqua fresca per le loro casse. Benvenga qualsiasi agevolazione sia stata fatta dai comuni a livello tributario e di contributi (e chiediamo che tutte facciano il più possibile in tal senso), ma niente può essere determinante come la ripresa del lavoro. Non vorremmo che si ripetessero le scene di incoscienti assembramenti su cui nessuno è intervenuto. Tutti avremmo voglia di libertà e di uscire, e soprattutto di liberarci dal virus – continua Talini – ma non possiamo permetterci per nessun motivo di ripiombare in zona rossa con le limitazioni che questo sta comportando: pensiamo all’inspiegabile impossibilità di recarsi dall’artigiano di fiducia che ha sede nel comune accanto, come se fosse la geografia a veicolare il virus e non la scarsa attenzione alle misure di prevenzione, norme che invece vengono rispettate nelle imprese e su cui hanno investito (dal 18 novembre abbiamo scritto su questo al prefetto, senza aver ancora avuto risposta). “Si pensi – aggiunge la coordinatrice di CNA Benessere e Sanità Valentina Bonaldi – all’altrettanto inspiegabile chiusura dei centri estetici e di tatuaggio, attività in cui sembra di entrare in una clinica per l’attenzione da sempre avuta all’igiene, e adesso ancor di più, non solo per i clienti ma anche per la salute degli operatori. Proprio su questo punto CNA ha lanciato la campagna social e media #esteticasicura, #tatuatorisicuri e #perchèchiusiinrossa?”.